Sono una madre surrogata, perché dovrei sentirmi in colpa? – Wired.it

Ecco la storia di una “macchina perfetta per procreare”, perché essere madre non significa partorire il proprio figlio

Ci sono tanti modi di essere madre, tutti con uguale dignità. Donne che si sentono madri fin da bambine e donne che invece non hanno intenzione di diventarlo. Uomini che si trovano a fare le madri, madri di figli naturali e di figli adottivi. Oppure donne che decidono di partorire bambini per altri, come Natasha, la protagonista dell’estratto che vi presentiamo da Madri, comunque (Fandango, 188 pagine, 15 euro), scritto dalla giornalista Serena Marchi. Perché essere madre può significare anche non dare luce al proprio figlio.

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madri comunque

Titolo: Madri, comunque
Autore: Serena Marchi
Formato: 
13,5×20,5 cm
Pagine: 192
Rilegatura: Brossura

Fandango Libri