La storia di Lea ci porta nel dolore delle donne che interrompono la gravidanza. Perché a 38 anni dalla legge 194 chi sceglie è ancora solo.
Nel 1978 Aldo Moro viene sequestrato e ucciso dalle Br. Nel 1978 la mafia fa uccidere Peppino Impastato. Nel 1978, il 22 maggio, viene approvata la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Nel 1978 io ho più 7 anni e Flavia Piccinni meno 8 (nascerà a Taranto nel dicembre del 1986 e come dice lei 30 anni ancora non ce li ha) ma il suo nuovo libro Quel fiume è la notte appena uscito da Fandango parla proprio di questo.
Di Lea che ha abortito e vola in India per metter spazio, mondi, emozioni di altri tra sé e la scelta che ha fatto in un mattino di maggio che non potrà dimenticare. Di come undici mesi non bastino a far ripartire la vita che si è congelata. Di come continui a rimbombarle in testa il “sei sicura?” che le dice un’infermiera prima di entrare in sala operatoria come se si potesse – anche se la decisione è tua e sei tu che non te la senti di diventare madre – davvero essere sicuri. Del tempo che ci vuole a perdonarsi di non volere un figlio. Del fatto che «nessuno ti dice che soffrirai» e invece soffrirai e di come «ogni cosa rimane sotto traccia, come una cicatrice quando la pelle si abbronza». Del dopo, un dopo quotidiano in cui ti confronti con l’irreversibile. Perché come scrive l’autrice «siamo la nostra capacità di sopravvivere ai lutti, nient’altro», ma un lutto così non lo puoi nemmeno piangere bene, quasi non si potessero versare lacrime per una cosa che hai voluto.Chiudo il libro. Penso alle donne che conosco, a me, all’importanza di poter decidere, penso che giusto qualche settimana fa il Consiglio d’Europa su questo tema ci ha bacchettato perché ci sono ancora troppe difficoltà per le donne che vogliono abortire e perché i medici non obiettori sono discriminati. Penso che siamo nel 2016 eppure di interruzione volontaria di gravidanza si fa fatica a parlare, come se una donna dovesse essere madre per forza, costola di Adamo per sempre. Penso a tutte le lacrime che ho versato 14enne su Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci, a tutte le volte che mi sono chiesta “io cosa farei?” e non mi sono saputa rispondere. Dentro non mi sono saputa rispondere, ma mi tranquillizzava la consapevolezza di vivere in un paese in cui potevo decidere. Penso a un sacco di cose e intanto telefono all’autrice. E mi sta per sfuggire una domanda, prima ancora che dica “pronto”.
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Titolo: Quel fiume è la notte
Autrice: Flavia Piccinni
Pagine: 234
ISBN: 9788860444868