Vincenza è sempre impeccabile e meticolosa nel suo lavoro, lo fa bene ed è richiestissima, ma solo quando è incinta.
Di mestiere fa il killer, uccide con freddezza e agisce con disprezzo, perché Vincenza oltre a essere spietata ha un animo xenofobo, violento, e un odio viscerale per tutto ciò che non appartiene alla sua lingua e alla sua pelle. Per Vincenza uccidere è “come pulire una stanza sporca e mettere un poco d’ordine”.
Emilia, sua madre, è una donna ambigua e sensuale che si porta dietro un legame misterioso con la figlia, un filo grigio fatto di amore e tensioni, rabbia e passione, sangue e salvezza.
Vincenza nelle sue giornate viene ossessionata da voci che nessuno sente, sono i morti murati nel cemento, che si lamentano con lei.
Sembra non avere cuore, finché non perde la testa per un egiziano dalla vita sospetta. Emilia non è da meno, è piena di morbosità, anche se queste sembrano riguardare soprattutto il suo asfissiante rapporto con la figlia e il suo giovane innamorato.
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