Redazione / 1-03-2020
Nel quinto gruppo dei libri proposti per il Il Premio Strega c’è anche il nuovo romanzo di Giulio Cavalli, “Nuovissimo Testamento”.
Ecco la motivazione di Filippo La Porta:
«“Focolai di empatia.” Già questa espressione potrebbe giustificare il romanzo “biopolitico” – in senso visionario e romantico – di Giulio Cavalli. L’empatia, ingrediente necessario di qualsiasi relazione umana, già oggi comincia a essere percepita come lieve disadattamento, come possibile intralcio nella struggle for life dove occorre essere concentrati sui propri obiettivi (immedesimarsi troppo potrebbe debilitare…). Proiettata poi in una società distopica del futuro prossimo – tra Orwell e Huxley, tra Bradbury e Philip K. Dick – diventa una vera e propria malattia, che il potere tenta di reprimere con ogni mezzo poiché rende gli individui imprevedibili, indocili, intrattabili. Lo stile dell’autore – concitato e apprensivo, con una sintassi scombinata dal succedersi febbrile degli eventi – risente (coerentemente) della distopia: le emozioni, proibite dall’alto, implodono nel quotidiano con una violenza liberatoria. La scrittura viene esposta a “sversamento” fin dalla prima pagina. Quando uno dei personaggi, in ospedale, va in bagno per leggere clandestinamente (e rischiosamente) un libro, ci imbattiamo in una pagina di Marco Polo che potrebbe essere assunta come definizione della letteratura stessa: “Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti…”. Cavalli ci avverte con un uno straordinario esercizio di immaginazione sociologica (e antropologica) che la bellezza è sovversiva, che “non esistono emozioni turpi”, che qualsiasi società (dispotica, democratica, autoritaria, aperta…) non può permettersi di censurarle.»