Incerto, fragile, imperfetto. L’evoluzione dell’amore materno a dispetto di stereotipi socioculturali. Storie – talvolta terribili – che raccontano un universo emotivo potente e complicato
Il coro diffuso sulla retorica della maternità ha blindato l’essere madre dietro preconcetti e presupposti che hanno poco riscontro nella realtà, partendo dalla classificazione di madre “naturalmente” e “biologicamente buona” ma è davvero così?
Lo studio del comportamento delle donne attraverso i secoli, ci fa capire che non esiste una legge universale, anzi osserviamo un’estrema variabilità degli atteggiamenti a seconda della cultura, delle ambizioni personali, del contesto sociale, psicologico e familiare. Può sembrare difficile da accettare, ma l’amore materno è un sentimento non biologicamente dato e dunque come tale è incerto, fragile, imperfetto e non va dato per scontato, perché la gravidanza deve svilupparsi prima nel pensiero e successivamente nel ventre, proprio per questo occorre una società che valorizzi la donna e la cultura della maternità. Questo è ciò che ha fatto Serena Marchi attraverso il suo libro “Madri, comunque” , la scrittrice ha esplorato l’universo della maternità attraverso le sue protagoniste. Trenta testimonianze in prima persona. Donne che si sentono madri già da bambine e donne che non svilupperanno mai l’istinto materno; uomini che si ritrovano a fare le madri; mamme di figli naturali e di figli adottivi; madri in affido e donne che permettono ad altre donne di diventare madri; mamme violente e madri ferite a morte, donne che viaggiano fino in Ucraina per avere un figlio e altre che restano in casa con un marito violento pur di non abbandonare i propri bambini. Un universo dalle mille sfaccettature come del resto è l’esperienza personale di ogni donna.
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Titolo: Madri, comunque
Autore: Serena Marchi
Formato: 13,5×20,5 cm
Pagine: 192
Rilegatura: Brossura