Quella nave è come te.Non si sa perché sei venuto e non si sa perché te ne andrai.
In una casa sul mare, una giovane donna, schiva e solitaria, assiste il padremalato con la stessa devozione che riserva ai suoi fiori, confinati al caldo, inuna serra. Tra quelle alte mura, avamposto di una terra chiusa e inospitale,cʼè solo silenzio, un lento rincorrersi di gesti che si ripetono uguali da anni, daquando suo padre è immobilizzato in un letto.Una notte un uomo che sa di vento e di sale forza lʼimmota tranquillità di quellacasa, spingendosi al di là del cancello, oltre il recinto che separa e che allon-tana, ma il cane, custode di quel regno, lo aggredisce ferendolo a un fianco.È straniero, parla una lingua sconosciuta, ha sul corpo i segni di un lungo viaggio e negli occhi lʼombra di un passato doloroso. “Ha maestria Beltrami. E il coraggio dei propri obiettivi.Infonde ne La curaun intento universalistico a narrare ciò che vale per tutti gli uomini.Quasi un invito a ricordare che abbiamo una destinazione comune.” Cinzia Fiori, Il Corriere della Sera “Scandito da un tempo indefinito La curanon elude la paura, ma va in cerca del mistero dell’Altro. Ritaglia una sagoma dalla folla, lasciandoci a fissare un uomo negli occhi. E così ci fa riprendere fiato.” Lara Crinò, D di Repubblica
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