Scrivo. Cancello. Riscrivo. Cancello di nuovo. Sono così tante le cose che mi passano per la testa, così numerosi gli spunti di riflessione nati dalla lettura dei due libri di cui voglio parlare, Zitelle di Kate Bolick e All the single ladies di Rebecca Traister, che devo fare uno sforzo enorme per riuscire a mettere in ordine le parole sulla pagina. E provare a chiarire perché, secondo me, oggi più che mai dobbiamo leggere libri come questi, anzi ne abbiamo davvero bisogno. Per ispirarci, per provare a capire un po’ di più il mondo là fuori, per porci delle domande e cercare da noi le risposte.
Non ricordo esattamente il momento in cui ho capito di essere una femminista. Per me era – è – sempre stata una condizione decisamente naturale, innata, come essere bionda – ok, in questo forse negli ultimi anni c’è stato un aiuto – e avere gli occhi verdi, amare la lettura, la cioccolata, essere una donna. Ho avuto la straordinaria fortuna di crescere in una famiglia che non mi ha mai fatto credere che, in quanto donna, avrei dovuto fare o non fare determinate scelte, poter essere o meno qualcosa o altro. Ma non vivo nel paese delle fate e il confronto con la realtà, presto o tardi, è arrivato anche per me: sono stata piuttosto fortunata da non dovermi scontrare personalmente con discriminazioni di genere troppo pesanti, è vero, ma capita anche a me di assistere ad odiosi episodi di sessismo quotidiano. E, come dovrebbe essere naturale, di indignarmi. Non starò qui a raccontarvi di coscienza femminista, letture, prese di posizione, piccole e grandi battaglie di ogni giorno, né a fare analisi improvvisate della condizione femminile nel mondo occidentale contemporaneo. No, voglio semplicemente parlarvi di questi due testi, importantissimi secondo me, che riflettono ognuno a proprio modo su una delle condizioni ancora oggi tristemente stigmatizzata e criticata: la singletudine.
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Titolo: All the single ladies
Autrice: Rebecca Traister
Pagine: 480
Prezzo: 22 euro
ISBN: 9788860444912