Che vita hanno le bugie, quando nascono e poi sbocciano e infine muoiono? Come bisogna innaffiarle perché crescano forti e ci mantengano al riparo dalla realtà che, più il tempo passa, più chiede conto?
Nella Botanica delle bugie, quattro personaggi sono alle prese con le proprie aspirazioni e i propri fallimenti, in lotta con famiglie tutte sbagliate, sogni decentrati e piccole miserie: Nicla rincorre per tutta la vita Quirino, senza mai esporsi, convinta che il modo migliore per scansare i dolori sia dare nell’occhio il meno possibile, accontentarsi; Quirino pure insegue Nicla, ma Nicla è troppo di tutto, troppo confusa, troppo silenziosa, troppo sfuggente e allora è meglio provare con Caterina e nascondere il resto; Caterina conquista Quirino e si allena a essere la moglie perfetta, costruisce una vita, una casa, per poi scoprire che i muri sono pieni di crepe e oltre le crepe ci sono solo spiragli di altre donne, di tradimenti e scappatoie a cui Quirino non ha mai rinunciato; Giorgio desidera Caterina forse da sempre, ma il primo bacio lo dà a Nicla, rimangono insieme e diventano una famiglia, o forse solo genitori.
E tutto potrebbe durare immutato se le bugie avessero per sempre la forza di quando sono state pronunciate per la prima volta. In una provincia prima emotiva che geografica,
Elisa Casseri mette in scena il fallimento dell’età adulta, la lotta rabbiosa e resistente che ingaggia ognuno di noi contro la rinuncia ai propri sogni, anche quando non ci è chiaro quali siano, e racconta le perdite, gli abbandoni e le scelte (sbagliate) che alla fine ci rivelano chi siamo.
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