È l’8 giugno del 1953 e il transatlantico Homeland ha appena attraversato lo stretto di Gibilterra, raggiungendo il punto del Mediterraneo che corrisponde alle coordinate latitudine 37’ 21’ Nord. Longitudine 4’ 30’ Est, le stesse che saranno riportate sul certificato di morte della più celebre passeggera a bordo, Griselda Andreatini, per tutti coloro che ne hanno amata la voce oltreoceano semplicemente Donna Gilda, la Mignonette. Quasi settantenne, consumata dall’alcol e dalla gelosia, Donna Gilda compie il suo ultimo viaggio verso Napoli, città che ha cantato per mezzo secolo e che l’ha resa la “Regina degli emigranti”. A vegliarla nelle sue ultime ore Esterina Malacarne, per tutti semplicemente la guagliona, l’assistente dai capelli bianchi e il corpo di bambina che Gilda si è portata dall’Italia nel 1925, una ragazza dei quartieri popolari ma istruita e che può fare da interprete per via di un padre in America. Mentre Gilda dorme nel suo ultimo letto, la guagliona riannoda i fili del passato vissuto insieme, l’arrivo a Ellis Island, la vita di lussi a New York, l’incontro con Federico García Lorca, il suo rocambolesco tentato suicidio e il carteggio tra il poeta e la cantante, ma soprattutto l’amore e il tradimento di Esterina con Frank Acierno, il giovane marito di Gilda, che la seduce, la ama in modo brutale, che la mette incinta del suo unico figlio. Sullo sfondo della luccicante New York dei roaring twenties Alessio Arena canta con struggente nostalgia il proibizionismo, i gangster, la fama di Gilda e il suo palcoscenico, le passioni e la delusioni della più grande cantante italiana d’America.
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